Scuola e istruzione antidoto alla mafia

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Preso Messina Denaro. Con lo stesso coraggio lo Stato pensi adesso a un grande programma sull’istruzione

Oggi 16 gennaio 2023 è stato arrestato a Palermo Matteo Messina Denaro. Abbiamo raccolto le parole di Don Ciotti a Radio 1 che insieme a un sincero elogio per l’operato delle forze dell’ordine ha richiamato all’importanza di combattere le mafie attraverso forti investimenti nella scuola, nella formazione, nel potenziamento di strutture e comunità che diventino progetti di crescita per città e quartieri. La scuola come antidoto al degrado non solo delle periferie e dei quartieri problematici – su cui spesso si pone l’attenzione in termini paradigmatici ed esclusivi – ma come antidoto a tutti i processi che tengono oggi lontano le persone e i giovani in particolare da cultura, costruzione di senso critico, competenze, accesso etico al lavoro. Se lo Stato oggi c’è non solo per l’operato delle forze dell’ordine lo può dimostrare da subito trasferendo fondi importanti – in un piano di breve, medio e lungo termine – sulla scuola e tutto quello che ci sta intorno: quartieri da rigenerare, biblioteche, centri sportivi, cinema e teatri, luoghi dove ci si forma e si proiettano sogni e speranze delle persone. In questo contesto si inserisce il tema di un piano per le periferie, le aree remote o dove si registra maggior “devide”; ma dovrà esser subordinato a una visione di ampio respiro che rimetta al centro l’accesso alla conoscenza civica e tecnica, con uno sguardo etico anche sul lavoro e al correlato valore economico corrisposto. La mafia si combatte con l’istruzione e le prospettive di un lavoro pagato il giusto. Per questo servono segnali in controtendenza rispetto agli investimenti in istruzione da almeno 20 anni sempre più ridotti. Il plauso alle competenze e al coraggio delle forze dell’ordine (di cui si parla in termini eroici solo in alcuni frangenti, come del resto succede al personale infermieristico per esempio) va dunque accompagnato da un progetto culturale che dica in modo esplicito che Paese siamo. E siccome qualche politico oggi al governo pare abbia coltivato questa passione per la cosa pubblica dopo le stragi di Falcone e Borsellino, mai come oggi ha la possibilità di dimostrarlo con azioni concrete.

PUBBLICATO IL
17 Gennaio 2023

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