Qualità, sostenibilità e innovazione. Punti imprescindibili per lo sviluppo del settore idrico
Georg Fischer protagonista a KeyEnergy con il Progetto Smart Utility Hub
Intervista a Davide Chiaramonte Managing Director GF Piping Systems Italia
Di Emanuele Martinelli e Martina Ginasi, Energia Media
Sostenibilità, partnership tra pubblico e privato, contributo all’evoluzione delle utility, innovazione e cura delle infrastrutture. Partiamo da questi punti.
L’azienda è decisamente sensibile a un approccio che veda la risorsa idrica come un bene comune e in questo senso la sostenibilità rappresenta certamente uno dei valori su cui si fonda la nostra attività; un driver che guida le strategie aziendali, insieme all’attenzione per la persona, a una cultura avanzata per l’innovazione, allo sviluppo di nuove tecnologie attraverso la ricerca.
Abbiamo da sempre un dialogo aperto con le aziende pubbliche che ci ha consentito di meglio comprendere dove indirizzare le nostre soluzioni; con un’attenzione all’innovazione che si è evoluta nel tempo. Siamo partiti infatti fornendo commodities, che circa 30 anni fa corrispondevano a prodotti che permettevano di passare dai vecchi materiali metallici, facilmente corrosivi, all’introduzione delle prime plastiche per la distribuzione dell’acqua e del gas. Oggi il polietilene è una tecnologia matura e consolidata, che grazie anche al nostro contributo ha risolto innumerevoli problematiche portate dall’installazione di tubi metallici.
Sempre più ogni processo di innovazione non è più sviluppato solo all’interno dell’azienda, che presenta poi la tecnologia al cliente, ma passa dal cliente stesso; si discute dei bisogni ben prima di ideare la soluzione, in un percorso di sviluppo che presuppone numerose interazioni.
L’equilibrio tra prevenzione delle perdite e intervento sulle perdite stesse pare ancora da trovare. Cosa ne pensa?
La nostra attività è orientata verso soluzioni che portino una riduzione degli sprechi della risorsa idrica. Abbiamo per esempio sviluppato una valvola che funge da regolatrice di pressione favorendo un efficace processo di distrettualizzazione delle reti; regolazione puntuale in grado di supplire in buona parte alla scarsa efficienza di molte delle nostre infrastrutture.
Il punto di partenza rimane però il fatto che al momento è possibile intervenire solo sul contenimento delle perdite, in quanto la rete idrica nazionale è per la maggior parte della propria estensione estremamente datata; per ottenere risultati ottimali sarebbe necessario un drastico rinnovamento procedendo a step puntuali e secondo una strategia Paese e non solo locale.
Lavorare in partnership con il cliente rende possibile individuare in modo mirato i bisogni e intervenire personalizzando gli interventi con tecnologie dedicate.
Le aziende pubbliche, in Italia, affrontano sfide diverse anche in base alla loro collocazione geografica. I punti critici da questo punto di vista sono molteplici, a partire da un diverso approccio che ha portato le perdite idriche a una media al nord Italia di circa il 25% e di oltre il doppio nel mezzogiorno. È un dato che registriamo quotidianamente, anche se insieme alle criticità registriamo enormi possibilità di sviluppo; a partire dalle risorse pubbliche meglio allocate al sud grazie anche al contributo del PNRR. Un problema culturale e di competenze prima che economico. Le tante eccellenze che il Paese registra nella gestione del servizio dovrebbero esser condivise con i soggetti che presentano un gap notevole; a partire, con una presa di responsabilità delle istituzioni, dal completamento del processo di industrializzazione del settore idrico che molti territori scontano.
Lo scollamento tecnologico è enorme, ci sono imprese estremamente avanzate che ragionano come multinazionali, si scambiano informazioni e cercano di crescere anno dopo anno; in questo senso come dicevamo, la customizzazione degli interventi è fondamentale. Come GF godiamo oggi della collaborazione dei soggetti più avanzati e per questo possiamo porci sempre più come partner privilegiati di gestori che intendano affrontare con sempre maggior efficienza i propri processi.
Quando si parla di costi e benefici si apre il dilemma della valutazione dell’investimento e del criterio con cui viene determinato.
Un tema che affrontiamo tutti i giorni. Quando riduciamo la portata di una rete al minimo indispensabile le pompe devono spingere meno risparmiando energia; per questo è fondamentale considerare l’impatto della soluzione proposta in tutte le sue declinazioni: nel ciclo di produzione, nella gestione, nel commissioning, nelle operations analizzando il ciclo di vita del prodotto dall’inserimento nell’impianto fino al suo smaltimento. Parliamo dunque di durata nel tempo e di prodotti di qualità quali elementi imprescindibili in termini di sostenibilità economica e ambientale.
Un’azienda pubblica è avvezza alla sostituzione del componente piuttosto che alla manutenzione, vista come soluzione più economica, senza tenere conto per esempio dei costi di intervento; un esempio per dire quanto sia importante analizzare correttamente la qualità dei prodotti proposti e i costi/benefici di una tecnologia su tutto il proprio ciclo di vita. Calcolando per esempio in modo predittivo i danni causati dal fermo degli impianti per interventi di gestione o guasti.
Nel PNRR sono presenti fondi dedicati all’individuazione e riduzione delle perdite ma non alla prevenzione e preservazione dell’infrastruttura; c’è poca sensibilità sul tema manutenzione e corretta conservazione di un bene così importante come l’acqua e le reti che la trasportano?
Il PNRR è un’opportunità che va colta ma che spesso guardiamo con disillusione, dovuta alla gestione storica del nostro Paese in occasioni simili.
Mette a disposizione risorse aggiuntive che non avremmo mai immaginato di poter ottenere ma è estremamente importante capire come gestirle. Io credo che un ottimo punto di partenza sarebbe di distribuire il denaro non solo guardando all’automazione delle reti, che rappresenterebbe un palliativo per quelle non efficienti, ma anche alla distrettualizzazione di quelle infrastrutture che invece efficienti lo sono.
Avere finalmente un’infrastrutture all’altezza è fondamentale, ma serve una visione strategica e piani adeguati per evitare di “mettere cerotti”, con tecnologie all’avanguardia su reti vecchie.
Non è più possibile riparare le reti senza avviare interventi di rinnovamento delle reti stesse modificandone lay out e design; l’idraulica ha fatto molti passi in avanti in questi ultimi anni e non possiamo non sfruttare le nuove conoscenze acquisite.
Credo quindi che una parte di questi fondi siano da destinare alla ricerca e al miglioramento tecnologico della rete, a partire da una fotografia reale di tutto il patrimonio nazionale che oggi manca.
State cambiando pelle posizionandovi da produttori di tecnologie e soluzioni integrate a società di servizi. È così? Quali competenze servono per dare sostanza a questo nuovo approccio al cliente?
L’azienda ha già percorso la strada della consulenza e della progettazione per i propri clienti, producendo per esempio software e strumenti condivisi con un netto miglioramento delle nostre librerie. Uffici di progettazione situati in più sedi e filiali della nostra azienda hanno consentito di agire in prossimità con i player industriali con cui lavoriamo. E di svolgere in stretta partnership stress analysis sulle reti esistenti. Con le imprese private il processo è più fluido anche se l’ambito pubblico ci affascina decisamente; il problema in questo caso sono la resistenza al cambiamento e quelle comfort zone che possono non dare piena espressione al nostro intervento. Il nostro approccio è sempre propositivo e frutto soprattutto di competenze multidisciplinari su cui ci formiamo di continuo.
Quanto è importante la vostra esperienza di multinazionale, con la possibilità di operare su più mercati per travasare le conoscenze acquisite sul nostro, anche se atipico?
Si tratta certamente di un elemento di valore! Mi piace fare un esempio: collaboriamo con Fincantieri, oggi il più importante costruttore al mondo di navi da crociera, e possiamo osservare da vicino le tecniche che adottano. Lo stesso accade in altri ambiti con player internazionali del settore idrico portando a tutti i nostri clienti italiani idee e progetti spesso già sperimentati a livello internazionale. Abbiamo più specialisti che operano sui mercati di diverse nazioni unendo conoscenza ed esperienze sul campo. Lo dico come tratto distintivo, con lo spirito e l’ambizione di esser percepiti come un grande laboratorio d’innovazione.
A KeyEnergy all’interno di Smart Utility Hub parleremo di servizi di pubblica utilità ma anche di efficienza in ambito privato. Ritiene utile un travaso di competenze da un settore all’altro?
Si, anche se rimane centrale la forte specializzazione. Tutti i giorni affrontiamo tematiche trasversali che trovano però una declinazione differente all’interno dell’ambito in cui le si discute.
Prendiamo come esempio l’igiene dell’acqua: un albergo ha le stesse problematiche di un ospedale ma il gestore della struttura si troverà a dover far fronte a contesti anche regolatori differenti, e spesso ad impianti costruiti in epoche diverse. In questo caso la nostra storia fa la differenza, perché ci consente di intervenire comprendendo in modo complessivo i problemi. In questo senso ci favorisce anche il rapporto con alcune importanti Energy Service Company, soggetto che per noi rappresenta un potenziale moltiplicatore di opportunità per proporre soluzioni in grado di efficientare realmente impianti idrici contribuendo al risparmio utile al modello di business proposto dalle ESCO.
Digitalizzazione è un termine familiare anche per GF.
Siamo stati tra i primi nel settore a digitalizzare i processi, per poter avere dati certi, utili a conoscere e ottimizzare le fasi produttive e commerciali; spingendo sull’automazione e sulla creazione di soluzioni smart che permettano ai clienti stessi di raccogliere dati dai nostri manufatti. Digitalizzare vuol dire adattarsi ai cambiamenti, ma pure mettere in condivisione informazioni solide in grado di creare le condizioni ideali per quelle analisi costi benefici di cui abbiamo accennato sopra. Seppur i nostri principali interlocutori siano oggi le utility di maggior dimensione posso affermare, per esperienza diretta, che piccoli e medi gestori sempre più godono della sperimentazione messa in campo da GF in collaborazione con le grandi utility anche internazionali, arrivando a utilizzare le stesse soluzioni.
A questo proposito sempre più auspichiamo vi sia uno scambio di buone pratiche tra soggetti di territori diversi, che senz’altro faremo in modo di favorire; anche per colmare gap oggi non più tollerabili che vanno a discapito della cittadinanza stessa.