di Emanuele Martinelli
In alcune zone di Puglia, Calabria, Sicilia orientale e Abruzzo si è registrato nelle ultime settimane un surplus di pioggia tant’è che gli invasi si sono riempiti fino a esser parzialmente svuotati in mare. In altre regioni del nord continua a non piovere per cui il tema siccità rimane all’ordine del giorno. Continuiamo a esser legati ai fatti che la natura ci impone consapevoli che alcune condizioni siamo stati noi a causarle con i nostri comportamenti. La domanda è se sia possibile contenere questa indeterminatezza adottando strategie e allocando risorse utili perché si ricrei un nuovo equilibrio.
Gli stanziamenti del PNRR sono stati concessi in buona parte per rispondere ai bisogni di nuove infrastrutture per il Paese, al fine di compensare il gap che scontiamo a più livelli e su più ambiti. Ma quello che si avverte attraverso i media è che la politica sia più concentrata sul dibattito relativo al rapporto tra risorse e tempi di realizzazione dei progetti, rispetto ai contenuti e agli obiettivi per l’utilizzo di questi fondi. Anche il riconoscimento di finanziamenti per alcuni singoli progetti non è spesso stato suffragato da una visione strategica e anche in questo caso si ha la sensazione che si sia perso di vista l’obiettivo primario del progetto. Anche se poi a livello locale, laddove sono entrate in gioco le utility per esempio, questa visione si è fatta più concreta e i finanziamenti pur rientrando all’interno di voci particolari (le perdite idriche per esempio) sono stati allocati per interventi strutturali parte di un piano d’intervento di ampio respiro. Quasi un’asimmetria potremmo dire: hanno una visione strategica i soggetti che operano sui territori, pare ne abbia molta meno chi deve pensare alla crescita complessiva del Paese.
Toccheremo tutto questo a Bari in Acquedotto Pugliese il 27 aprile, con ospiti importanti che ci daranno il loro punto di vista e che intrecceranno relazioni proprio a beneficio di un’idea complessiva che dovrebbe necessariamente accompagnare una progettualità vista come bene collettivo.
Spesso si usa, soprattutto ai convegni, e per ogni tipo di tematica, questa frase: “è una questione culturale, i soldi ci sono”. Perché non rimanga una considerazione fine a sé stessa basterebbe quindi utilizzare i soldi (che ci sono) per dotarci di una cultura (e quindi di una visione) necessaria per trovare soluzione ai problemi. Solo uno spunto, per contribuire al dibattito di questi giorni sul PNRR e per ridurre un’asimmetria tra locale e nazionale oggi evidente.