Con quali principi ci muoveremo? Il momento di decidere
Di Emanuele Martinelli
Potrebbe non essere facile spostare lo sguardo su un diverso faro verso cui muoversi, ma il momento è arrivato, non ci sono più margini, alcun spazio davanti. Due vie: quella che porta ad accordi economici qualunque sia il soggetto che abbiamo di fronte; oppure quella di affermare princìpi e valori saldi quali criteri per aprire un nuovo capitolo della nostra storia. Per riprendere, io credo, un processo evolutivo che abbia al centro la vita delle persone.
Gli esempi si sprecherebbero a testimonianza di quanto si sia deliberatamente barattato togliendo dal piatto della bilancia ogni germe di eticità, pur conquistata con pensiero, lotte, relazioni, scambio tra culture.
Parlo di relazioni più che compromessi, basati su princìpi, senza la scusa che ognuno abbia i propri – paese, continente o civiltà che sia – ma trovandosi intorno a quelli ampiamente condivisi, a favore dei più e non dei pochi; che nonostante siano i più nemmeno ci accorgiamo che più esistano, abdicando a un comodo senso d’impotenza.
Putin e tutto quello che rappresenta, la questione dei diritti civili cinese, gli affari con dittatori vari in giro per il mondo, gli accordi a qualunque costo sulle materie prime, non sono più ammissibili; a meno che non si sia consapevoli che ciclicamente giorni come quelli odierni prima o poi arriveranno, e si riterranno cinicamente un prezzo naturale da far pagare ad alcuni.
Se ci sono pezzi di mondo la cui civiltà pare più evoluta di altre lo si metta in relazione e dialogo con altre civiltà e popoli, affermando diritti acquisiti dalle donne, dai lavoratori, da tutte quelle persone che fanno fatica a sopravvivere il più delle volte per situazioni discriminatorie, a cui sono assoggettati magari solo per esser nati in un posto anziché in un altro. Possiamo dunque sull’onda emotiva pensare di cambiare il mondo mantenendo gli stessi criteri; oppure, da oggi, ritenere che sia possibile e un bene farlo davvero.
Sostenibilità sociale, ambientale ed economica, i nostri temi su cui facciamo decine di convegni, webinar e tavole rotonde, dovrebbe voler dire tutto questo. Parlando di energia, per esempio, dopo una fase emergenziale in cui si dovrà necessariamente utilizzare ogni fonte disponibile, accelerare i processi che abbiamo promesso di tradurre in realtà a tanti ragazzi che manifestavano in piazza pochi mesi fa parlando di ambiente.
Se non si vorrà rotolare nelle sabbie mobili di una vuota retorica, sarà utile capire se stiamo davvero lavorando per ridurre al massimo la possibilità che di ingiustizie come quelle subite dal popolo ucraino oggi, e da decine di situazioni analoghe dimenticate, siano ancora accettabili.
Abbiamo sentito in questi giorni importanti analisti affermare quanto sia utile esaminare con lucidità le cause di questa guerra; con posizioni su Nato e Russia a tratti da mettere i brividi. Di contraltare, abbiamo raccolto le dichiarazioni di tante persone in fuga, affermare il desiderio di una vita come ci è consentita nelle nostre città e in genere in quelle europee. Se hanno visto dei valori dietro i nostri fortunati territori, e se riteniamo che siano reali, utilizziamoli per aprire un nuovo dialogo con chi si rifà oggi ad altri criteri. Accettando la possibilità che perché tutto questo non riaccada si debba forse rinunciare a un po’ di benessere economico per dare futuro a questa nostra civiltà smarrita.
Semplificazione e retorica dirà qualcuno. Dipende, anche da noi.