Di Emanuele Martinelli
Stiamo preparando l’evento di Ancona di cui leggerete di seguito mentre l’Emilia Romagna si trova in una situazione drammatica per l’inondazione in corso, con città e strade trasformate in fiumi d’acqua di cui non cessa la crescita. Osservando dall’alto la provincia di Forlì e Cesena per esempio, si vedono terreni allagati, case isolate, allevamenti inghiottiti da grandi laghi innaturali, campi coltivati non più riconoscibili, colline franate per i fiumi esondati. Un numero di vittime ancora imprecisato risucchiate dal fango mentre i corsi d’acqua salgono incontrollati. Eppure Forlì-Cesena rappresenta un territorio ben gestito, con infrastrutture come quelle del gas e dell’acqua valorizzate da una proprietà pubblica illuminata; dove convivono imprese e gestori di servizi spesso invitati a convegni nazionali a dare testimonianza della propria capacità visionaria di investire con oculatezza le risorse pubbliche. Utility e Pubbliche Amministrazioni locali impegnati in progetti di Smart City e Smart Land di cui siamo stati come Energia Media spesso partecipi.
E allora cosa succede? Non sono più adeguati gli interventi di manutenzione del territorio anche in aree evolute del Paese? Siamo entrati in un’altra era che dobbiamo ancora comprendere? Qual è lo stato reale di infrastrutture, aree urbanizzate e remote del nostro Paese rispetto a dinamiche globali che in primis provengono da cambiamenti climatici in corso (e non da ora)? Gli strumenti tecnici, culturali, finanziari a nostra disposizione sono adeguati per dare il via a interventi risolutivi?
Come sempre in questi casi c’è la corsa alle responsabilità, soprattutto da parte di alcuni politici e media in cerca di un po’ di consenso e di qualche copia in più da vendere, con un approccio poco orientato all’approfondimento e quasi sempre demagogico. Scontato dire che a fronte di effetti analoghi non necessariamente le cause sono le stesse; i contesti vanno compresi, soprattutto andando a dividere i fenomeni naturali da quelli causati da un intervento antropico, poco rispettoso del territorio a fronte di interessi economici o incuria. Di certo non c’è più tempo da perdere; i costi stanno diventando insostenibili, in termini di vittime umane in primis ed economici poi. Vediamo la politica nazionale ed europea cosa farà e se per una volta si andrà oltre l’emergenza.