Acqua: accelerare il cambiamento

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Di Emanuele Martinelli

Il 22 marzo si celebra la Giornata Mondiale dell’acqua 2023 con un titolo “Accelerare il cambiamento” che richiama inevitabilmente alla crisi idrica e sanitaria in corso. Abbiamo già parlato di siccità più volte e torneremo a discuterne negli eventi di Palermo il 5 aprile e di Bari il 27 aprile. Ma ci sembra importante sottolineare come, pur consapevoli di quanto “la sfida dell’acqua passi dalle città”, titolo del recente studio di Legambiente, si tratti in realtà di una visione che necessita di una fortissima integrazione tra territori, competenze e risorse economiche. Affermazione banale certo se pensiamo alle criticità registrate su montagne senza neve e alle dirette conseguenze nel rapporto urbano-montano; e si può certamente condividere il fatto che i contesti metropolitani assumano il ruolo di “laboratorio di soluzioni, idee e buone pratiche a partire dalla constatazione che il potenziale di recupero delle acque meteoriche nelle città sia enorme” (citando sempre Legambiente). Ma dove un approccio integrato non è più procrastinabile. Visione dall’alto o capacità strategica che sia, il tema va affrontato con una capacità di pianificazione nazionale che si è dimostrato finora il vero tallone d’Achille del Paese. Paradossalmente, l’accelerazione verso una maggior dipendenza energetica fa ben sperare che criticità ed emergenza ancora una volta ci spronino ad accelerare alcuni processi anche per quanto concerne il settore idrico; ma si tratta di capire dove ci si voglia spingere nel delicato equilibrio tra “non faccio molto e aspettiamo che piova” e “ci fidiamo di dati scientifici e interveniamo perché non c’è più tempo da perdere.”

Non abbiamo ancora la percezione di dove si ponga il punto di equilibrio (tra le due posizioni) dei rappresentanti del nostro Governo; vedremo nelle prossime settimane e mesi come ci collocheremo sul tema nei confronti oltre che dell’Europa, dei cittadini e degli imprenditori (agricoltori ma non solo) italiani, che oggi sono investiti del problema a ogni latitudine, paradossalmente – almeno così si è pensato finora – con un maggior accento critico sulle regioni del Nord. Noi crediamo che non ci sia più tempo da perdere, ma potrebbe essere un’affermazione non pienamente condivisa.

PUBBLICATO IL
20 Marzo 2023

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